Chi è più a rischio?
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Le persone
anziane hanno
condizioni fisiche
generalmente più
compromesse e
l’organismo può essere
meno efficiente nel
compensare lo stress da
caldo e rispondere
adeguatamente ai
cambiamenti di
temperatura; tra questi
chi soffre di malattie
cardiovascolari, di
ipertensione, di
patologie respiratorie
croniche, di
insufficienza renale
cronica, di malattie
neurologiche è a maggior
rischio.
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Le persone non
autosufficienti
poiché dipendono dagli
altri per regolare
l’ambiente in cui si
trovano e per
l’assunzione di liquidi
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Le persone che assumono
regolarmente farmaci che
possono compromettere la
termoregolazione
fisiologica o aumentare
la produzione di calore.
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I neonati e i
bambini piccoli
per la ridotta
superficie corporea e la
mancanza di una completa
autosufficienza, possono
essere esposti al
rischio di un aumento
eccessivo della
temperatura corporea e
ad una disidratazione,
con possibili
conseguenze dannose sul
sistema
cardiocircolatorio,
respiratorio e
neurologico.
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Chi fa esercizio
fisico o svolge un
lavoro intenso all’aria
aperta può
disidratarsi più
facilmente degli altri.
I problemi di salute legati
al caldo possono presentarsi
con sintomi minori, come
crampi, lipotimia ed edemi,
o di maggiore gravità, come
il colpo di calore, la
congestione, la
disidratazione.
CRAMPI
Sono causati da uno
squilibrio elettrolitico
oppure da una carenza di
sodio, dovuta alla perdita
di liquidi, oppure derivano
da una insufficienza venosa,
spesso associata ad edema
alle caviglie.
Nel primo caso (squilibrio
elettrolitico), i crampi si
verificano negli anziani che
assumono pochi liquidi o in
persone che svolgono
attività fisica senza
reintegrare a sufficienza i
liquidi persi con la
sudorazione.
Nel secondo caso (carenza di
sodio), i crampi compaiono
in persone non acclimatate
che, pur bevendo a
sufficienza, non reintegrano
i sali minerali persi.
In questo caso, le persone
possono presentare, oltre ai
crampi anche altri sintomi
come cefalea, stanchezza e
affaticamento, e vanno
reidratate con una
abbondante assunzione di
acqua.
Nella malattia venosa degli
arti inferiori i crampi
compaiono spesso durante la
notte o dopo una prolungata
stazione eretta. In questo
caso è consigliabile far
assumere al paziente una
posizione con gli arti
superiori sollevati di
almeno 4 cm rispetto al
cuore, rinfrescando con
acqua fredda gli arti
inferiori.
EDEMA
L’edema è la conseguenza di
una vasodilatazione
periferica prolungata, che
causa un ristagno di sangue
nelle estremità inferiori
che, con l’aumento della
pressione intravasale,
provoca un travaso di
liquidi nell’interstizio. Un
rimedio semplice ed efficace
è tenere le gambe sollevate
ed eseguire di tanto in
tanto dei movimenti dolci
per favorire il reflusso
venoso, oppure, effettuare
delle docce fredde agli arti
inferiori, dal basso verso
l’alto e dall’interno verso
l’esterno sino alla sommità
della coscia. Si tratta
comunque di un sintomo da
non sottovalutare poiché può
essere associato a scompenso
cardiaco.
LIPOTIMIA
La lipotimia
(svenimento) è
caratterizzata da
un’improvvisa perdita della
coscienza.
La causa è un calo di
pressione arteriosa dovuto
al ristagno di sangue nelle
zone periferiche con
conseguente diminuzione
dell’apporto di sangue al
cervello.
Lo svenimento può essere
prevenuto se, ai primi
sintomi, quali vertigini,
sudore freddo, offuscamento
visivo o secchezza delle
fauci, si fa assumere al
paziente una posizione
distesa, con le gambe
sollevate rispetto al cuore.
STRESS DA CALORE
E' un sintomo di
maggiore gravità e si
manifesta con un senso di
leggero disorientamento,
malessere generale,
debolezza, nausea, vomito,
cefalea, tachicardia ed
ipotensione, oliguria,
confusione, irritabilità. La
temperatura corporea può
essere leggermente elevata
ed è comune una forte
sudorazione. Se non viene
diagnosticato e trattato
immediatamente, può
progredire fino al colpo di
calore.
La diagnosi può essere
facilmente confusa con
quella di una malattia
virale.
Il trattamento d’urgenza
consiste nello spostare la
persona in un ambiente
fresco e reintegrare i
liquidi mediante bevande
ricche di sali minerali e
zuccheri. Nei casi più
gravi, la persona deve
essere rinfrescata togliendo
gli indumenti, bagnandola
con acqua fresca o
avvolgendo il corpo in un
lenzuolo bagnato.
COLPO DI CALORE
E' la condizione
più grave e rappresenta una
condizione di emergenza vera
e propria. Il ritardato o
mancato trattamento può
portare anche al decesso.
Il colpo di calore avviene
quando la fisiologica
capacità di termoregolazione
è compromessa e la
temperatura corporea
raggiunge valori intorno ai
40°C. Si può presentare con
iperventilazione, anidrosi,
insufficienza renale, edema
polmonare, aritmie
cardiache, sino allo shock
accompagnato da delirio che
può progredire sino alla
perdita di coscienza.
Il colpo di calore
richiede, specie se colpisce
neonati od anziani,
l’immediato ricovero in
ospedale. In attesa
dell’arrivo dell’ambulanza,
bisogna spogliare e
ventilare il malato,
rinfrescarlo bagnandolo con
acqua fresca e applicare
impacchi di acqua fredda
sugli arti.
CONGESTIONE
La congestione è dovuta
all'introduzione di bevande
ghiacciate in un organismo
surriscaldato, durante o
subito dopo i pasti.
L'eccessivo afflusso di
sangue all’ addome può
rallentare o bloccare i
processi digestivi.
I primi sintomi sono
costituiti da sudorazione e
dolore toracico.
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Sospendere ogni
attività.
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Far sedere o sdraiare
l'infortunato in un
luogo caldo e asciutto.
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Se in poco tempo la
congestione non si
risolve è necessario
consultare un medico.
DISIDRATAZIONE
La disidratazione è
una condizione che si
instaura quando la quantità
di acqua persa
dall’organismo è maggiore di
quella introdotta.
Normalmente si assumono
circa 1,5 litri di acqua al
giorno, grazie allo stimolo
della sete.
L’organismo si disidrata e
incomincia a funzionare male
quando:
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è richiesta una quantità
di acqua maggiore come
in caso di alte
temperature ambientali
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si perdono molti
liquidi, come in caso di
febbre, vomito e diarrea
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una persona non assume
volontariamente acqua a
sufficienza.
I sintomi principali sono:
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sete
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debolezza
-
vertigini
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palpitazioni
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ansia
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pelle e mucose asciutte
-
ipotensione
EFFETTI SULLA
PRESSIONE ARTERIOSA
Le persone ipertese e i
cardiopatici, soprattutto se
anziani, ma anche molte
persone sane, possono
manifestare episodi di
diminuzione della pressione
arteriosa, soprattutto nel
passare dalla posizione
sdraiata alla posizione in
piedi (ipotensione
ortostatica).
In questi casi, è
consigliabile:
-
evitare il brusco
passaggio dalla
posizione orizzontale a
quella verticale, che
potrebbe causare anche
perdita di coscienza
-
non alzarsi bruscamente
dal letto, soprattutto
nelle ore notturne, ma
fermarsi in posizioni
intermedie (esempio:
seduti al bordo del
letto per alcuni minuti)
prima di alzarsi in
piedi.
Tratto dal sito del
Ministero della Salute |